E così, tra beffe, falsi moscoviti, echi del Sonetto 127 e la parola più lunga del dizionario inglese (honorificabilitudinitatibus che, non si fa per dire, in realtà è latina), siamo giunti a conclusione. Bizzarra conclusione, se vogliamo: come sospira Biron, “qui non finisce come nelle buone vecchie commedie d’una volta, e Giannetto non sposa la Giannetta…”
Vero è che, al momento della separazione, le quattro coppie d’innamorati si danno appuntamento a un anno più tardi, ma… ci crediamo fino in fondo? Vuole Shakespeare che ci crediamo? Un rapido sondaggio tra i lettori ha mostrato che, a parte un paio di anime romantiche, il pubblico è scettico assai sulla costanza di questa compagnia di giovanotti spergiuri e ragazze pazzerelle.
Ad ogni modo, grazie alla Libreria Ibs+Libraccio per l’ospitalità, grazie all’Accademia Campogalliani e a Hic Sunt Histriones per avere partecipato, grazie a tutti i lettori e ascoltatori.
Qui ci sono un po’ di foto (opera di Michela Dal Porto e Flavia Ferrari):
E ci risentiremo tra qualche mese, per un’altra lettura. Contattateci se avete idee e suggerimenti per i prossimi incontri, e iscrivetevi a questo blog per essere sempre informati, volete?